lunedì 3 settembre 2007

Metoto Braille

Il Metodo Braille (Elaborato: Maria Agatina Di Primo)
La comunicazione scritta, necessaria a conservare e trasmettere le informazioni, è legata alla percezione visiva e per lungo tempo è stata inaccessibile ai non vedenti che non hanno, quindi, potuto avere accesso ad una vasta mole di informazioni.Tale impossibilità di leggere lo scritto è stata superata grazie al metodo Braille, che ha consentito anche ai non vedenti l’alfabetizzazione, l’istruzione e la diffusione della cultura.Louis Braille non inventò di sana pianta il sistema di scrittura e lettura ad uso dei ciechi ma ha modificato un progetto del capitano Charles Barbier, che consisteva in un sistema a punti studiato per essere conosciuto da pochi (dai suoi militari) e notturno in modo tale da poterlo utilizzare senza luce.Per cominciare Barbier lo aveva concepito come un insieme di 12 punti posti in orizzontale, con un casellino che poteva contenere 6 punti in alto e 6 in basso. Secondo Braille i punti previsti da Barbier erano troppi perchè il polpastrello potesse coprire tutto il casellino, quindi era necessario tatteggiare a lungo con conseguente perdita di tempo. Braille riuscì a ridurre il sistema a 6 punti disposti in verticale in modo da coprire con un solo movimento del polpastrello tutto il casellino che contiene una lettera. Il sistema Braille utilizza la scrittura in negativo, che si basa sulla tecnica dello sbalzo. La carta, che deve essere sufficientemente resistente e deformabile, viene incisa, non perforata, ma il polpastrello non percepisce l'incisione ma l'altorilievo che compare dall'altra parte del foglio. L'importanza del sistema Braille risiede nella sua universalità che permette al cieco di riconoscere tramite il codice dei casellini tutto ciò che il vedente legge o scrive in nero. Le difficoltà di utilizzarlo su vasta scala dipendono da alcuni fattori: non si presta a stabilire una comunicazione scorrevole ed efficace tra non vedente e vedente, tra il bambino e i suoi compagni o con l'insegnante; non consente di avere la stessa qualità dei testi che hanno gli altri, soprattutto per la difficoltà di traduzione dei testi scolastici che vengono rinnovati ogni due o tre anni con conseguenti notevoli ritardi di usufruizione da parte del non vedente.

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